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Il cargo battente bandiera liberiana riveste per una generazione di romani e non solo un momento solidale di comunione attorno al verbo, come il ritorno da Ostia in fila con la faccia rossa, i pomodori col riso, il vespone senza casco sulla via del mare senza che nessuno ti facesse la multa, o ti chiamasse zoccola perché hai avuto la presunzione di rispettare la precedenza, o ti minacciasse strafatto di cocaina come nei moderni e allucinati giorni nostri, che con la sicurezza ci si vincono le campagne elettorali, ci si vanta coi numeri tirati fuori dal bussolotto e intanto esci meno di casa, che c'hai paura.
Sicchè come il vento nei capelli non appiattiti dal casco obbligatorio la leggerezza e l'ironia giustificavano anche il piacere per la cazzata, e il saperla tramandare e riderci su.
Pure per questo non sarà stato un Tony Curtis, ma Angelo Infanti ci fa più male.
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