lunedì 18 ottobre 2010

Il fondo del barile

La Regione Lazio ha deciso di re-istituire la festività dei morti, il giorno 2 novembre.
La festività ricorre tuttavia solo nelle scuole di ogni ordine e grado, comprese le materne, mentre gli adulti hanno da lavurà.

Come dire che il treenne deve alzarsi mogio mogio la mattina e contrirsi rimembrando nonna Ersilia buonanima, con la baby sitter pero', che i genitori nonostante la mestizia se ne vanno a far trenini peppè pepepepe sul logo di lavoro.

Che uno pensa, malizioso, si assuma la singolare iniziativa per risparmiare qualche euro tra mensa, riscaldamento e cazzi vari.
Invece no, si educano i giovini virgulti alla rimembranza, che si ricordino che debbono morire, che i genitori, ormai, ce li siamo belli che giocati.

mercoledì 13 ottobre 2010

Giovinezza giovinezza

Ognuno cresce coi modelli che si trova, per occasione, fortuna, contorni, incroci di quartieri, mestieri di famiglia, cazzi e mazzi socio culturali, per cui talora l'età matura arriva coi rodimenti di kulo ad essa correlati, ma con la consapevolezza che certi riferimenti culturali vivaddio sono assai meglio di Alessandra Amoroso e delle vicissitudini oligofreniche attorno alla De Filippi.

Il cargo battente bandiera liberiana riveste per una generazione di romani e non solo un momento solidale di comunione attorno al verbo, come il ritorno da Ostia in fila con la faccia rossa, i pomodori col riso, il vespone senza casco sulla via del mare senza che nessuno ti facesse la multa, o ti chiamasse zoccola perché hai avuto la presunzione di rispettare la precedenza, o ti minacciasse strafatto di cocaina come nei moderni e allucinati giorni nostri, che con la sicurezza ci si vincono le campagne elettorali, ci si vanta coi numeri tirati fuori dal bussolotto e intanto esci meno di casa, che c'hai paura.

Sicchè come il vento nei capelli non appiattiti dal casco obbligatorio la leggerezza e l'ironia giustificavano anche il piacere per la cazzata, e il saperla tramandare e riderci su.

Pure per questo non sarà stato un Tony Curtis, ma Angelo Infanti ci fa più male.

sabato 9 ottobre 2010

Scarpette rosa

La bambina è stata iscritta a danza, "danza" pronunziata con la zzzzzzz danzante, appunto, più fine della zzzeta di "borza" alla romana, per intenderci.

Poiché, in effetti, la scelta si è resa obbligatoria nell'immaginario mammesco quest'estate, quando una spiccata propensione della ragazzina al dribbling sulla spiaggia con coetanei e maggiori esclusivamente maschi, con tanto di tiri in porta e a un passo dalla gara di rutti, ha convinto la pensierosa genitrice ad una scelta che ne aggrazziasse, diciamo così, modi e comportamenti.
La scelta è caduta sul "giocodanza", disciplina che gode delle peculiarità di evitare le mosse, le punte, pancia in dentro culo stretto petto infuori da stronzetta alle prime armi, e di articolarsi in tutta una sequela di movimenti, corse e mimiche strane un po' fricchettone ma tanto formative. 

Ella si trova bene, pare; dopo un iniziale rodimento di culo per il gonnellino che le colleghe Swami con la SW e Anastasia recavano uniche e sole in vita, e lei no, ora corre zompetta e saltella, salvo frantumare i cojoni all'uscita con la sequela di bisogni primari, dalla fame alla sete, dal sonno al chupa chups, al "mi porti in braccio" dopo che, nel mentre aspettavi lì fuori, hai fatto la spesa e stai carica come un somaro.

La mamma attende fuori, non ha fatto amicizia con nessuna tranne con una nonna sputata a Paola Gassman
(che un dì verrà appositamente interrogata sulla somiglianza), e si barcamena, alla giovine età di 40 anni, coi primi rudimenti dell'arte tersicorea,  tipo le scarpette, che reputava rotte poiché consegnate elastico a parte e che invece, come appositamente resa edotta da signorina con crocchia e aria stupita, sono fatte così e si cuciono dopo. 

Almeno per un anno, la scuola calcio è scongiurata.