martedì 6 novembre 2012

Ehm...

sono entrata in questo luogo clamorosamente dimenticato da mesi e mesi, e affacciandomi timidamente al contatore delle visite sono riuscita a visualizzare ancora qualche accesso.
Chissà come chissà di chi, ma c'è, che commozione.

Ora provo a scrivere di diritto qui, ma il cazzeggio in solitudine è attitudine da riscoprire, ad avere il tempo.

domenica 20 novembre 2011

Il codice dei colori

E' il titolo di un libro letto nel mesozoico, che con una serie di test e domande riesce a catalogare la personalità del lettore in un colore (blu-rosso-bianco-giallo), e ad esso assegnargli tratti dominanti, affinità, pregi e difetti.
In un guizzo di originalità cromatica, mi venne assegnato il blu, che corrispondeva in maniera inquietante al carattere della sottoscritta.

Minipistolottino per introdurre il tema dei rassicuranti colori del tempo che fu, i gialli, i blu, i verdi, talora declinati in versioni con singoli aggettivi quali verde smeraldo, blu navy, il misterioso rosso carminio.

Quest'oggi le commesse esemplificano il passo e i tempi, e se entri chiedendo di un maglione (oggi maglia, chester, polo, dolcevita, stringicuore, casacchina, cardiganino) esso è declinato nelle tonalità seguenti:

fango 
tortora 
glicine
piombo
ghiaccio
ciliegia
avio
malva
terra
terra bruciata
mastice
corallo
...

Hartman Taylor avrebbe di che scrivere.

mercoledì 9 novembre 2011

Perché io valgo


C’è la crisi, ci si rifugia tra le complici carni domestiche, le quali a non saper cosa pensare sono solleticate da qualche tempo da sollecitazioni mignottesche lessicalmente ( e pietosamente) traslate nel burlesque (spogliarello) o nello shaping (un tempo biancheria contenitiva delle nonne).
Solo incidentalmente, body e reggicalze vengono incontro alle esigenze di chi, come la scrivente soffre di intolleranze e allergie varie per cui il collant provoca fastidiosissimi rodimenti di chiappa (non metaforici), insopportabili pruderie in zona panza, antiestetici effetti salsiccia sul girovita, inequivoci segnali depressivi all’indosso la mattina.
Si pensava di ovviare con le autoreggenti, le quali tuttavia, sempre su chi scrive, hanno provocato in tempi lontani un particolare, non preventivato, effetto allergico per la presenza del silicone antiscivolamento, con comparsa di enormi bolloni sulle cosce e inizio di sintomi inequivoci da shock anafilattico.
Si è dunque ripiegato sulle parigine (calzettoni alti ad evitare il noto effetto anticoncezionale del gambaletto) sotto i pantaloni, e sul desueto oggetto per estimatori chiamato reggicalze, che risolve i problemi sopradetti instaurandone tuttavia altri come lo smadonnamento mattutino per allacciare i gancetti e il gelo del sottochiappa nelle giornate invernali.
Purtuttavia, la sagace analisi del mercato sovviene alle complicanze del sistema anni ‘50’, e si inventa la culotte col reggicalze incorporato, ampiamente pubblicizzato dal cartellone ammiccante quanto dalla commessa con l’unghia assassina.


E una se la compra, la culotte, non sia mai ci si opponga al progresso della tecnica.


Se la compra più volte, di varie marche e misure, per ovviare ad un fastidioso incoveniente, ovvero che la culotte, portata giù dalla calza, cala, e con essa cala tutto l’ambaradam, e tu rimani con le chiappe di fuori nel bel mezzo del Circo Massimo.
E ci rimani così, all’improvviso, senza avvisaglia alcuna, con l’alternativa agghiacciante di tirarti su calza e mutanda al semaforo, davanti alle macchine in corsa, o di farti fino all’ufficio a passettini per non far scendere la mutanda al di sotto della coscia e non arrivare all’ascensore con la stessa drammaticamente scesa alla caviglia.
Basterebbe, qualche volta, riflettere sul fatto che quello che hai di sotto serve anche per uscire di casa, non solo per deliziare le altrui fisime, e poi tutto s’aggiusta.

domenica 2 ottobre 2011

I tagli alla spesa pubblica

In una domenica d'autunno, di un autunno che ci accompagnerà ad un Natale a Miami visti i 30 gradi imperturbabili, ci si è recati con creatura e creature ad un bella festicciola al parco, organizzata dala Provincia di Roma.

Che non sia che in tempi di austerità, per usare un compassionevole eufemismo, ci si aspetti che si eliminino tutte le occasioni ludiche al fine di risparmiare la piotta per il disabile appiopato a mammeta o per salvarci da morte certa al Pronto Soccorso, no, ma qualche peracottata ce la potremmo risparmiare.
L'amerna festicciola consisteva un quattro o cinque stand.
Uno, della cruciale Agenzia AGEA, composto da scrivania vuota e mega schermo, nero, da dietro il quale ogni tanto sbucava un vecchio col telecomando in mano, per vedere se funzionava, per poi risparire.

Un altro, di evidente pertinenza con la provincia di Roma, "Veronainfiera", composto da medesima scrivania, vuota, medesimo schermo nero, spento, senza manco il vecchio.
Un gazebo Roma&Più  con signorina inguainata in tubino nero, che alle ore 19.00 ancora non era esploso, un baldacchino che offriva fette di pizza espresso e fila chilometrica di astanti senza vergogna, e due stand di degustazione. La quale degustazione consisteva in panini con porchetta, bruschette e vino che si pagavano, ma lo scontrino col cazzo.

Mentre cercavi disperatamente di preservare i ragazzini dai mostruosi sinistri cavi elettrici che disseminavano il riarso praticello, l'allietamento proveniva dal palco, dove il bravo presentatore tutto di nero vestito con panzotta ringraziava il presidente (il DOTTOR Zingaretti), sciorinava sequele di enti sconosciuti, e alfine presentava i corpi di ballo, preceduti da tutta un serie di coreografi-direttori rigorosamente appellati maestri, seguiti da cognome e nome.

Sul palco, un susseguirsi di adolescenti lustrinati oro con trippe ballonzolanti, coppiette in età col vestitino del liscio, zampettanti su motivi pittorescamente, riarrangiati.

Almeno alla fiera di paese alla fine arriva Sandro Giacobbe, qui si è dovuti ripiegare sulle altalene, come nulla fosse.

mercoledì 31 agosto 2011

Manovra quater


Durata poco più di qualche ora l’illuminante proposta del patto di fine agosto relativa alla cancellazione d’emblee di riscatti laurea pagati col mutuo e militare pagato con giovinezza fuori sede, allo studio altre misure per placare le ansie dei mercati che nessuno ne parla più, ma pare ci siano e siano ansie cazzute.

Le misure che arrovellano le acute menti dei dicasteri interessati, pare si incentrino su una categoria, quale quella degli statali, finora toccata non nelle tasche, ma nello stipendio, che come sappiamo è cosa diversa., e riguardino ambiti diversi incentrati al solo unico fine del risparmio della spesa.

  1. L’oro alla patria: si ipotizza il versamento gratuito delle fedi nuziali dei dipendenti pubblici durante la prima settimana del mese di settembre nell’urna posta all’entrata della sede di servizio, tra la statua della fu madre che sferruzza dell’illustrissimo direttore e l’ufficio protocolo di spettanza. Le fedi di platino col brillantino tamarro incastonato verranno ripagate con buono pasto singolo extra di euro 5.25; le fedi desuete di oro giallo del tempo che fu con nota di demerito inserita nel fascicolo personale.
  2. Contributo di solidarietà: per ovviare allo spiacevole dato di fatto che il contributo di solidarietà non lo paga Montezemolo né tutti quelli sopra i 90000 euro ma solo di dipendenti pubblici, al fine di evitare che i suddetti rompano il cazzo con la noiosa solfa dell’incostituzionalità, si prevede che gli stessi vengano sollazzati da prestazioni extra delle impiegate di bella presenza. Per la selezione trasparente e meritocratica, basata su oggettivi criteri di gnoccaggine, delle stesse, è affidata a trattativa rigorosamente privata una consulenza di 2 milioni di euro affidata al brand Mora-Fede, di indubbia e specchiata competenza nel ramo e per aver reso fondamentali e onorati servigi alla Presidenza del Consigli dei Ministri.
  3. Assenze per malattia: al fine di aumentare la produttività individuale e nell’ottica del raggiungimento dei criteri di performance come stabilito dall’intervento di riforma della riforma Minetti ter di cui all’art. 15 novies come riformato dal decreto legge di cui alla manovra d’estate convertito con modificazioni dalla legge 181 art. 155 septies bis comma 156, le assenze per malattia sono abolite. Vengono fatte salve le sole assenze connesse agli interventi di chirurgia estetica, conformi alla circolare Sacconi sul benessere sui luoghi di lavoro; per i medesimi motivi, gli ammalati di cancro e i sottoposti a terapie chemioterapiche soggiacciono al licenziamento per giusta causa. Nei soli casi di malattia consentiti, le visite fiscali sono soggette alle seguenti fasce orarie: dalle 8.00 alle 8.00 del giorno dopo. Il relativo costo viene addebitato al dipendente1. Tuttavia, considerata la fase di criticità economica, sono ammesse dazioni in natura quali soppressate, capocolli, sottoli del paese e prestazioni connesse al meretricio.
  4. Ramazza in culo: si ipotizza la dotazione ad ogni impiegato, sempre a proprie spese, di un apposito dispositivo di economica saggina da apporre a discrezione all’altezza della improduttiva pubenda, dimodochè qualsiasi movimento per i locali dell’ufficio produca la pulizia automatica dei pavimenti in modo da risparmiare sulla vetusta e privilegiata abitudine di ricorrere ad imprese di pulizia esterne per la manutenzione igienica degli uffici. Il personale, per adempiere a cotale servizio pubblico e nell’interesse esclusivo della Nazione, dovrà prendere servizio alle ore 6.00, senza distinzione di categoria, sesso, razza, lingua e opinioni politiche. Le ore effettuate in più non sarano recuperate.
  5. Riscatto laurea invertito: è prevista una misura di contribuzione obbligatoria per tutti gli impiegati che abbiano avuto l’ardire di conseguire l’inviso pezzo di carta, che tanto tempo e denaro fa perdere a Stato e famiglie, e tanti rodimenti di culo provoca nel restante personale con rischi di malanimo, rancore e alterazione del benessere sul luogo di lavoro. Considerata anche l’improduttività che il ragionamento, lo studio e l’approfondimento creano nella gestione delle pratiche ordinarie, al personale suddetto è richiesta, sotto forma di prelievo forzoso dello stipendio, una contribuzione mensile pari agli anni di corso, che si raddoppia per ogni mese di fuori corso.

Dalle misure suddette è esonerato, che te lo dico a fare, il personale dell’esercito, polizia di Stato e vigili del fuoco.



1 Giuro che questa non me la sono inventata io...

venerdì 8 luglio 2011

Libera e bella

Quando ho scoperto l'esistenza dei modellatori ad aria, o spazzole ad aria calda modellanti, o phon con spazzola che si incastra sopra, insomma delle spazzole di varia consistenza e misura che mentre pettinano soffiano aria dall'interno, ho ottimisticamente dedotto che la soluzione per la criniera fantasiosamente definibile leonina, realisticamente ridotta alla leggiadra consistenza della paglia bruciata e gonfiata dall'umidità, oltretutto inkazzosa, fetente e mai doma, fosse a portata di mano.

Perchè, ipotesi alla mano, dal parrucchiere una volta la settimana ci vanno solo le vecchie del paese coi soldi che si lavano pure poco.
Spazzola in una mano e phon dall'altro è operazione mai riuscita, che peraltro implica forti rischi di paresi della spalla, aggravamento drastico della cervicobrachiaglia e rischio concreto di espulsione delle già protruse vertebre cervicali.
Shampoo e trattamenti liscianti, si sa, sono pubblicità moleste e cazzare, le quali possono infinocchiare le adolescenti, che non ci vuol molto a lisciare i capelli giovani, mentre sulla quarantenne col capello al titanio invecchiato vorrei provarlo quello che fa galleggiare la ciocca sull'acqua e poi vediamo, lui e la fibra capillare, qualsiasi cosa sia.
La piastra funge, ma sul capello sopra descritto va passata tipo dieci volte a ciocca, con evidenti ricaschi sulla salute del fusto già incazzato dalle ripetute tinture fai da te, con aggiunto il simpatico difetto che in mano maldestre marchia a fuoco e PER SEMPRE le tempie o il bordo orecchio, e fa, diciamocelo, quell'effetto madonnina infilzata che un pochetto stufa, alla lunga.

Invece, con ingenua speranza, si è riposta fiducia.
Ne sono state comprate due della B.
Poi quella della R. con tanto di valigetta.
Poi quella della I. coi punti dell'Elite, un sacco di punti, mortacciloro, peraltro, era meglio la parure di cocci.

Le prime tre hanno miseramente seguito, a pochissimi mesi dall'inizio attività, lo stesso inesorabile destino: una fiammatina all'interno, simultaneo coccolone rischio schicchera della proprietaria asciugante, un sintomatico olezzo di bruciato, poi o il nulla, o un soffio flebile da spazzola terminale.
La spazzola I. ancora funge, ma soffia tipo 10 watt al minuto, occupa due ore di tempo di cui non si dispone, in più reca la simpatica caratteristica della spazzola che non rimane incastrata, ma che mentre pettini e tiri si stacca dal corpo asciugante ogni due per tre, e rimane aggrovigliata nel sistema paglia riarsa dal sole che disticarla poi è un piacere.

Ho ritirato fuori la piastra, presto ripristinerò l'impacco di olio d'oliva.


 

martedì 21 giugno 2011

Il sonno dei giusti

Compagni di sventura che condividete lunghe notti in compagnia delle cucine luride o dei lardosi adolescenti di Real Time, tra una pipì isterica e un biscottino alla vergognosa.
Madri che ripassate alle 2 di notte il mantra dell'incastro e del minutaggio dei giorni a venire.
Sfigati dell'autoavvoglimento isterico tra le lenzuola puntinati negli occhi dalla spia luminosa del DVD di lato, della sveglia autoproiettante di sopra, dal fascio verde del roomba di lato.

Sappiate che a breve l'"avvento" vi sconvolgerà la vita.

E' in fase di avanzata sperimentazione la distribuzione di un affare, uno strumento, un martufo di dimensioni e natura per ora ignote, che "si appoggia allo scalpo" (e già la terminologia...) ed invia scarichette (basse, per carità) di corrente, che indurrebbero il sonno tipo mazzata alle creature della notte involontarie.

Niente più ansia, gocce, tisane, passiflore, escolzie, melatonine, pecorelle mentre l'orologio ticchetta imperturbabile.

T'arriva la scossetta, e ZAC, ninna, chi c'è c'è.

Così, semplicemente, all'ansia che non dormi si affiancherà quella per cui la creatura t'ha manomesso il minchiadispositivo, per cui, OOOPS, tu attizzi la scarichetta e ti ritrovi deficiente, oltre che insonne.

E magari al fatto che non dormi non ci pensi più.